A cura del: Dott. Gianluca Barbato, Specialista in Patologia e Clinica degli Animali d’Affezione

Come si trasmette la leishmania?

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Come si trasmette la leishmania?

Un cane infetto può essere pericoloso per gli altri cani?

Dal punto di vista teorico è possibile che un cane infetto possa essere veicolo attraverso l’insetto vettore, dell’infezione, ma dal punto di vista pratico, risulta alquanto improbabile.

Cerchiamo di capirne i motivi.

La leishmaniosi si trasmette attraverso il morso di un insetto, chiamato insetto vettore.

Cioè un insetto malato che trasmette l’infezione.

L’insetto vettore, quando nasce, è sano e si ammala mordendo un animale infetto.

L’insetto, a differenza di ciò che si può pensare, non funge da siringa infetta, veicolando nella stessa giornata il parassita da un animale infetto ad uno sano, ma ha bisogno di almeno 4 settimane di incubazione, per poter trasmettere la malattia.

In Italia ed in altri stati come ad esempio il Brasile, il cane è ritenuto il serbatoio dell’infezione, cioè l’animale che mantiene l’infezione sul territorio e permette agli insetti vettori di ammalarsi e poi trasmettere l’infezione. Questo animale è chiamato animale serbatoio.

Questo è stato supportano non da verifiche ma da dati statistici.

Cioè non è stato preso un pull di cani infetti e valutata la capacità di questi di trasmettere l’infezione ai pappataci, ma è stato visto che in una zona dove ci sono molti cani infetti, ci sono anche molti esseri umani infetti.

Precisazione:

Questa osservazione è vera solo in zone fortemente depresse dal punto di vista socioeconomico, come campi profughi, scenari di guerra, campi rom, villaggi rurali, ma non è vera in Italia dove a dispetto di 25mila famiglie a cui ogni mese viene diagnosticata la leishmaniosi al loro cane, i casi umani sono inferiori alle 100 unità l’anno. Questi dati sono ottenuti dal conteggio dei farmaci venduti per la terapia della Leishmaniosi del cane dalle farmacie Italiane {dati non ufficiali ma confermati} e dal monitoraggio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulle segnalazione di leishmaniosi umana in Italia.

https://apps.who.int/neglected_diseases/ntddata/leishmaniasis/leishmaniasis.html?fbclid=IwAR1pwumoVxFIF_vZYHqOKAL6U4C6m8ETvGggU5E80Nw_PndbfL-nzi5sDUA

Quindi in Italia, abbiamo proclamato che l’insetto vettore sia il Phlebotomus pappataci e che l’animale serbatoi sia il cane.

Questa teoria, anche se scientificamente supportato dai migliori studiosi, non mi vede convinto, infatti credo che il cane, sia un ospite terminale ed un serbatoio occasionale, come lo è l’essere umano che vive in condizioni di esposizione all’infezione.

Un animale, per essere considerato serbatoio di una malattia da vettore, cioè in grado di introdurre e mantenere la malattia sul territorio e veicolarla alla sua specie o alle altre, deve sottostare in pieno e non parzialmente a delle regole precise.

Se sottostà parzialmente alle regole, deve essere definito serbatoio occasionale.

Queste regole sono:

1. Permettere lo sviluppo e la sopravvivenza del patogeno, se possibile senza morire per l’infezione.

2. Fungere da serbatoio per l’insetto vettore in modo naturale.

3. Condividere gli stessi ecosistemi dell’insetto vettore.

4. Fungere da punto d’unione fra l’insetto e la specie sana.

Questi punti, vanno rispettati tutti ed in modo assoluto, altrimenti non abbiamo trovato l’animale serbatoio, ma l’ospite definitivo o il serbatoio occasionale, cioè l’animale a cui l’infezione arriva e per cui l’animale muore, o l’animale che diventa serbatoio per caso fortuito.

Affrontiamo i singoli punti:

1. Permettere lo sviluppo e la sopravvivenza del patogeno

Questo è vero in parte, in quanto se il cane sviluppa parassitosi talmente forte da avere la dispersione del patogeno nel sangue e nella pelle e quindi permettere all’insetto di prelevarlo durante il morso, è un paziente terminale, che in genere muore per l’infezione entro poco.

Può comunque accadere ma non è la regola.

2. Fungere da serbatoio per l’insetto vettore in modo naturale

Cioè il cane domestico, deve in modo naturale, essere in grado di infettare l’insetto.

Anche questo è solo parzialmente rispettato, perché il cane non ha una carica parassitaria cutanea talmente alta da essere in grado di contagiare i pappataci, se non sporadicamente ed in condizioni di grave deperimento.

Infatti non è possibile prelevare campioni di DNA della Leishmania dalla cute sana e come non possiamo farlo noi, non può farlo l’insetto vettore.

3. Condividere gli stessi ecosistemi dell’insetto vettore.

Anche questo punto è rispettato parzialmente.

Il pappatacio che trasmette l’infezione in Europa, è un insetto esofilo, cioè punge solo all’esterno, mentre il cane domestico, è un animale d’appartamento, tranne i casi di animali tenuti liberi o legati all’esterno {cani rurali o da giardino}.

Il pappatacio vive in cunicoli, tane , anfratti, siepi, sottobosco.

Il vostro cane dove vive?

4. Fungere da punto d’unione fra l’insetto e la specie sana.

Anche questo punto è rispettato in parte, in quanto se il cane vive all’estero, è esposto all’infezione e quindi può ammalarsi, ma a patto che anche noi andiamo a soggiornare sotto lo stesso albero, il pappatacio trova difficoltoso ammalarsi dal cane, che raramente alberga il parassita sulla pelle, e poi pungere noi, che trascorriamo molto più tempo in casa.

Quindi anche se il cane rispetta tutte e 4 le regole, lo fa in determinati contesti e non di norma, quindi non può essere definito animali serbatoio, ma animali serbatoio occasionale.

Se facessimo questo discorso con i topi di campagna o i ratti, cosa verrebbe fuori?

1. Permettere lo sviluppo e la sopravvivenza del patogeno, se possibile senza morire per l’infezione.

L’85% dei topi campionati nei territori considerati endemici per Leishmania, sono stati trovati positivi senza segni clinici apparenti ed il DNA del parassita è stato prelevato dalla cute con facilità.¹

2. Fungere da serbatoio per l’insetto vettore in modo naturale.

Il topo è in grado di infettare i pappataci in quanto facilmente alberga le leishmanie sulla cute.

3. Condividere gli stessi ecosistemi dell’insetto vettore.

Il topo condivide in modo permanente lo stesso ecosistema dell’insetto vettore, il quale depone le uova nelle sue tane e vi vive all’interno, oltre a vivere e deporre le uova in anfratti e cunicoli, appunto come i roditori.

4. Fungere da punto d’unione fra l’insetto e la specie sana.

I topi sono ubiquitari e la loro densità è tanto più alta quanto è alto il degrado urbano, sociale ed economico e di conseguenza il numero di contagi umani.

Sicuramente il topo è un candidato ideale, più del cane, per essere considerato serbatoio naturale dell’infezione, quanto a capacità di mantenere e veicolare l’infezione sul territorio, ma sono consapevole che servano studi e conferme.

Tornando al nostro cane malato: è pericoloso?

Si, se non trattato.

Si, se non vengano prese precauzioni per ridurre l’esposizione al morso dell’insetto vettore.

Per andare sul caso specifico, se un uomo di poca morale, si rifiuta di curare un cane malato e lo tiene all’esterno, a parte la segnalazione agli organi competenti per il reato maltrattamenti secondo l’articolo 544 del c.p., in attesa dell’intervento delle forze dell’ordine, somministrare per via orale una volta al mese, prodotti a base di alfoxolaner, come nexgard, simparica, credelio, bravecto ed altri dello stesso tipo, azzera il rischio di contagio, in quanto portano a morte l’insetto dopo il morso.

Al pensiero del costo mensile di una compressa non per il vostro cane, vi invito a riflettere sui costi della terapia della Leishmania sull’uomo oltre al possibile rischio di morte e al costo delle terapie sul vostro cane nulla a confronto.

Appendice:

Are rodents a potential reservoir for Leishmania infantum in Italy? �https://www.researchgate.net/…/284150453_Are_rodents_a…